La ‘mano morta’ sull’autobus è violenza sessuale: la Cassazione conferma la condanna

La ‘mano morta’ sull’autobus è violenza sessuale: la Cassazione conferma la condanna

Roma. ‘Mano morta’ sull’autobus è violenza sessuale. A stabilirlo la Cassazione con la sentenza numero 51581 che ha confermato la condanna per due imputati, respingendo il ricorso dell’imputato. Rischiano una condanna severa, dunque, i molestatori da autobus, che approfittano dell’affollamento sui mezzi pubblici per fare la mano morta, strusciarsi e palpeggiare. La Cassazione ha confermato la condanna per violenza sessuale (articolo 609 bis) per un cinquantasettenne che aveva palpeggiato una passeggera su un autobus di linea a Roma. La donna, invece di subire e soprassedere, aveva deciso di denunciare l’imputato e un altro uomo. Prima il tribunale nel novembre 2009, poi la Corte d’Appello di Roma nel settembre 2015 hanno ritenuto entrambi colpevoli di violenza sessuale in concorso. Nella sentenza (n. 51581 della terza sezione penale) non è specificata l’entità della condanna. Il codice penale punisce la violenza sessuale con la reclusione da cinque a dieci anni, con uno sconto non superiore ai due terzi nei casi di minore gravità. La Cassazione ha respinto il ricorso dell’imputato, ha confermato la condanna, disponendo a carico dell’uomo il pagamento delle spese processuali e di 2mila euro in favore della Cassa della ammende.

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